Anche il recinto elettrico come già detto ha le sue debolezze: funziona tanto bene che non gli facciamo la manutenzione! Il controllo delle infestanti o delle erbe che sfiorano il nastro, fanno diminuire di molto il rendimento ottimale del sistema, e senza energia il vostro nastro diventa una corda tesa che il vostro cavallo userà per grattarsi. Basta poco. Ci sono infatti molti modi di combattere le infestanti: il regolare taglio dell’erba che cresce sotto il nastro e tutte le piante che il cavallo non mangia, la lavorazione del terreno sotto il nastro; passare un blando diserbante, in una fascia di circa 60 cm sotto il nastro, attenzione a non toccare il nastro. Utilizzare sempre la stessa altezza dal suolo, i cavalli mai proveranno a passarci sopra, né tanto meno sotto. Utilizzate sempre un elettrificatore molto potente.
Dopo anni e anni di onorato lavoro, il nastro bianco, solo lui non il marrone o il verde, diventa grigio per la polvere e lo smog, o verdognolo per le muffe se su alberi. Non per fare pubblicità indiretta ma Aiax Liquido piuttosto che Maister Propper o un buon sgrassante per cucina (basta che non sia a base dei comuni diluenti) serve allo scopo: imbevete un panno e passate con delicatezza il nastro. Tornerà come nuovo! Difficilmente eviterete le tele dei ragni o la deposizione di uova e larve, ma non provocano danni se non delle piccole dispersioni elettriche.
Il vento è un infaticabile nemico del nastro elettrico, non superate mai i 5 metri di distanza tra un palo e l’altro e addirittura arrivate a 3 metri se abitate in zone come Trieste. Per contro non c’è bisogno di utilizzare nello spazio tra un angolo e l’altro o tra le estremità dei pali grossi. L’unica cosa che chiediamo ai paletti intermedi è di mantenere il nastro in posizione e alla stessa altezza. I pali agli estremi che avranno il compito di tenere teso il nastro saranno più grossi e forti. Costruendo una recinzione temporanea con pochi paletti otterrete che il nastro vibrerà con forza al vento. Qualcuno ne è contento, ma il risultato è che il nastro vibrando all’interno dell’isolatore si consumerà. Plastica contro plastica si usurerà. Ecco un’altra ragione per cui abbiamo aggiunto i due fili Antiurto in poliestere. Il tutto poi viene ottimizzato dall’isolatore Rif. 8N, speciale per il nastro, e dalla speciale trama del nastro stesso che lascia passare il vento con minime vibrazioni. Questa soluzione risolve il problema delle vibrazioni non a scapito delle caratteristiche tecniche del nastro.
Come afferma l’etimologia della parola, l’isolatore deve isolare. Siatene certi, perché è importantissimo che non scarichi sui paletti in ferro, su quelli in legno e su tutte le superfici, ancor di più se umide, su cui vorrete fissarlo. Ma attenzione con la concorrenza: non comprate isolatori che non siano stati costruiti appositamente per il nastro. Molto spesso ci si imbatte in isolatori costruiti per il filo o per la corda, o ancor peggio che debbano servire a più scopi: pochi mesi e il nastro sarà rotto o sfilacciato.
Attenzione anche a quegli isolatori non trattati contro gli UV: i raggi del sole li consumano e così si infragiliscono, tanto da creparli e non renderli più “isolanti” con l’umidità, e rendere inefficace il sistema.
La non esperienza di alcuni produttori porta a risultati negativi, che poi in caso di vento e in qualsiasi evenienza fanno amaramente pentire l’incauto acquirente.
Una volta concepito e realizzato questo sistema di recinzione è stato presentato in anteprima al Salone del Cavallo di Parigi. Per la prima volta nella storia di questo salone il Nostro sistema ha ottenuto ben tre Oscar: uno per la migliore innovazione, uno per la migliore ricerca tecnica e uno come migliore attrezzatura. Da quel momento lo abbiamo portato in tutto il mondo, per farlo conoscere. Dal Canada dove deve funzionare anche a - 40 °C, dove doveva avere una plastica che resistesse senza rompersi, alla Arabia Saudita, dove con il suo caldo rovente abbiamo trovato trattamenti che lo facevano diventare molto forte e resistente; l’esperienza raggiunta in zone come l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Africa del Sud, il Messico gli Usa, dove in certe zone il sole che scotta non perdona tipi di plastica come il polipropilene, ci ha obbligato a utilizzare dei trattamenti anti UV che ci garantiscono in modo ottimale. L’aggiunta dei due fili antiurto in poliestere, anche loro ben protetti dai raggi UV, ha poi reso ancora più longevo il Nastro. Da prova in prova, siamo arrivati a un tipo di plastica, che migliora le caratteristiche con l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole (cosa che, a dire il vero, ci ha sorpreso).
Anche se i nostri elettrificatori sono protetti da 9 varia-resistenze e un fusibile, nei momenti di tempesta è sempre meglio staccare sia dalla corrente che dal nastro il vostro apparato. Appena passato il pericolo riallacciate l’energia. I sistemi anti-fulmine che si possono trovare in commercio, in effetti nulla o poco possono contro una scarica di un fulmine che deve essere misurata in milioni di Volt. Per fortuna l’incidenza di danni da folgore non è grande. L’ultima generazione dei nostri elettrificatori ha in più la possibilità di avere parti intercambiabili che con cifre modeste permette la riparazione in molti casi. Per aiutarvi contro questo fenomeno, incontrollabile e spaventosamente forte, abbiamo studiato il seguente sistema.
Collegate al tenditore Rif. 44 che si collega all'elettrificatore lo speciale scaricatore antifulmine Rif. 53A e quest'ultimo al paletto terra Rif. T1 in questo modo il fulmine troverà un via verso la terra e non colpirà il vostro elettrificatore.
Nei giorni di pioggia il recinto anche se da un punto di vista teorico dovrebbe meglio funzionare, migliore collegamento fase/terra, molto spesso a causa delle sporcizia, delle erbe o delle piante che lo toccano e ora che sono umide lo mettono a massa, riducono un poco il funzionamento. La dispersione che con le piogge aumenta, non vi deve far paura perché con i nostri elettrificatori l’inconveniente passerà inosservato. Con la neve assisteremo a un appesantimento del nastro che sembrerà leggermente smollarsi: l’effetto è dato dal fatto che i fiocchi si incollano sulla superficie fredda del nastro e quindi lo appesantiscono. Niente paura basterà scrollarlo per farlo tornare come prima. In caso di grande nevicata dove il nastro basso è completamente coperto dalla coltre di neve, non vi sono problemi: basterà non collegarlo e lasciare collegato solo quello di sopra.
Basta togliere due isolatori dei lati più vicini tra i recinti, sostituirli con due tenditori porta contatto Rif. 44, tagliare e collegare o far solo passare il nastro all’interno del tenditore; infilare il cavo al teflon Rif. 28 in una guaina che ne permetta una volta interrata la manutenzione, non abbisogna di un canale incredibilmente grande bastano cm 20, sotto i passi carrai deve essere più fondo. Il collegamento deve essere assicurato dal cavo al teflon con due connettori Rif. 59G che serrati sul cavo lo connettono con il tenditore porta contatto Rif. 44.
Deve avvenire tra Interruttori Rif. 52, con lo stesso cavo Rif. 28, in modo che siano indipendenti.
Attenzione!!! Calcolate sempre che la terra non debba essere troppo distante! Se si ha una porta non in nastro, bisognerà garantire il passaggio della corrente come sopra descritto per il collegamento in linea.